Mascotte Made in Italy 1 - "Sembra Facile!"

In Italia è forse più noto, almeno per i più grandi, il termine Testimonial. Il termine deriva, come ci suggerisce il suono, da testimone e vuole rappresentare un garante della qualità del prodotto pubblicizzato, sia esso reale o immaginario.

Difficile che una mascotte italiana non sia passata attraverso il Carosello, per una serie di motivi che riassumo brutalmente: - Il Carosello per 20 anni ('57-'77) è stata l'unica pubblicità televisiva possibile. - La legge costringeva lo spot a distinguere tra un "pezzo", della durata di 1'45'' che doveva essere rigidamente separato e distinguibile dal "codino" di 30''. Il primo intratteneva, l'altro pubblicizzava. Questo è stato motivo di grandi sforzi per creare scenette comiche, spesso affidate a personaggi animati inventati.

Molti personaggi si sono dimostrati utili per decenni, alcuni poi sono finiti nelle memorie degli appassionati, altri invece sono sopravvissuti fino ad oggi. In ogni caso sono stati una grande risorsa per molte aziende che hanno creduto nella creatività e nella loro forza, utilizzandoli per uscire da una crisi o per diventare dei colossi popolari fin dai momenti di massimo splendore economico italiano. Per questo voglio iniziare ad elencarvele!

Omino Bialetti (1953)

L'Omino con i baffi, simbolo della Moka Express di Bialetti, è stato creato nel 1953 da Paul Campani, uno dei maestri italiani dell'animazione. La mascotte era ispirata a Renato Bialetti -figlio dell'inventore della caffettiera- colui che decise di puntare alla pubblicità portando la produzione da 10mila pezzi l'anno a 18mila al giorno. La sua immagine ha contribuito a rendere la caffettiera sinonimo di tradizione e qualità nel mondo. Naturalmente la caffettiera Moka (dalla città di Mokha, ma questa è un'altra storia) ha una forma che è stata copiata nel corso dei decenni da molte aziende, ma ciò che ci dice che siamo di fronte a un prodotto made in Italy di qualità è proprio quell'omino con l'indice in su, tutt'ora stampato sul suo profilo. Ho scoperto solo recentemente che per una vita mio padre mi ha detto "Sembra facile!" citando di fatto uno dei tanti tormentoni del Carosello, in questo caso quello dell'Omino coi baffi. Da notare la scelta creativa di far parlare l'omino negli spot dando alla sua bocca la forma  in sequenza delle lettere delle parole da lui pronunciate.

Angelino (1958)

Anche lui inventato da Paul Campani. Pubblicizzava i detersivi Supertrim (prodotti dall'Agip, mah!); era un angioletto che dall'alto della sua nuvoletta osservava le attività svolte dagli umani. Incuriosito si lanciava sempre sulla terra per fare una volta canottaggio, un'altra il pompiere e così via... rimanendo alla fine inevitabilmente sporco! E ora? Il provvidenziale detersivo Supertrim prometteva per 70 lire di farlo ridiventare bianco come si deve a un angelo.

Calimero (1963)

Forse il più celebre di tutti. Nel suo primo spot, appena nato finisce in una pozza scura (dicono fuliggine) e diventa nero. La mamma non lo riconosce, essendo i suoi pulcini tutti bianchi, così lui gira triste per la fattoria chiedendo ai vari animali chi è la sua mamma. La situazione è disperata, ma alla fine grazie al detersivo Ava torna ad essere bianco! Più o meno la storia è quella di Angelino, ma il risultato è decisamente migliore, tant'è che il successo di Calimero sorpassa i confini italiani arrivando fino in Giappone, probabilmente grazie al suo aspetto molto kawaii. Infatti lo studio Toei Doga (quelli di Dragonball e tanti altri) ne realizza una serie di 45 episodi andata in onda prima in Giappone nel '75 e poi successivamente in Italia. In totale le serie su Calimero prodotte dopo il Carosello sono state 4, arrivando a un totale di 290 episodi circa; portandosi appresso una quantità di merchandising (figurine, ovetti ecc..) Suoi sono anche alcuni modi di dire entrati nel quotidiano: "È un'ingiustizia però!" "Solo perché sono piccolo e nero" È curioso che Calimero, pur essendo un personaggio che pubblicizza nella sua prima apparizione un prodotto che lo sbianca, prosegua poi il suo percorso restando per sempre semplicemente nero.